Il Convegno era dedicato agli Strumenti di Apprendimento Interculturale e si è tenuto a Firenze dal 28 febbraio al 2 marzo 2013
2 marzo 2013 – Centro Congressi Grand Hotel Mediterraneo
Sara De Angelis e Elio Vera presenteranno il workshop: Mobilità reale e virtuale; identità culturale e Internet
Dal 1955 l’Associazione Intercultura (www.intercultura.it) propone un modello di educazione al cosmopolitismo attraverso esperienze adolescenziali di vita vissuta individualmente per lunghi periodi in famiglie e scuole di altri Paesi. Infatti invia ogni anno oltre 1500 ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare all’estero ed accoglie nel nostro paese altrettanti giovani di ogni nazione che scelgono di arricchirsi culturalmente trascorrendo un periodo di vita nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole. Attraverso queste esperienze si forma la consapevolezza della molteplicità dei valori storici, sociali e culturali e si può innescare un processo di conoscenza, confronto e rispetto: una formazione interculturale alla cittadinanza mondiale secondo il suggerimento dell’Unesco che consiglia “l’immersione guidata in un’altra cultura come uno dei percorsi possibili per l’educazione interculturale e per il superamento dell’eurocentrismo”. A questi argomenti la Fondazione Intercultura ha già dedicato un convegno internazionale nel 2011 a Milano, dal titolo “Ricomporre Babele – Educare al Cosmopolitismo” che si è concluso con il riconoscimento che “Il cosmopolitismo è una necessità, non un’utopia” e che occorre trovare strumenti di apprendimento interculturale che favoriscano la ricerca dell’armonia tra i cittadini del mondo.Oggi l’informatica e i social network hanno creato una rete virtuale di interazioni planetarie, che potrebbe essere uno di questi strumenti. Ma il suo uso è contraddittorio. Da un lato sembra rendere irrilevanti le distanze (anche culturali) e superflua o marginale la presenza fisica per conoscere altre realtà. Dall’altro invece sembra rendere più difficile il distacco dal proprio ambiente, anche nel caso di un’immersione totale in un Paese diverso. E’ una contraddizione che genera molte domande. Come vengono utilizzati questi strumenti, soprattutto dai giovani? Come creano un tessuto di connessioni plurime continue? come si affiancano o si contrappongono agli scambi reali tra persone di cultura diversa? Come facilitano o ostacolano l’apprendimento interculturale? Come si integrano o si differenziano apprendimento virtuale ed esperienza vissuta?